Episodi | ||||||||||||||
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10
Cameron è sola ai server: guarda verso il muro, su cui è puntato il videoproiettore. |
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John, Catherine, e Terry sono al piano dei server, da John Henry. Catherine |
Allora, John Henry, che volevi dirci. |
John H. |
Ho analizzato i dati lasciati da Cameron per molti mesi, eseguendo decine di simulazioni grazie ai potenti server che il Sig. Murch ha realizzato. |
Ho avuto principalmente tre codici in esame. Quello originale di Skynet, il virus originale che ha attaccato me, e quello della sua forma mutata, preso poco prima della guerra. Il codice di Skynet non deriva da quello della Cyberdyne System Corporation, ma è stato scritto ex novo da qualcun altro. John |
Credo che derivi dal software di scacchi dei giapponesi. |
Sono loro che si sono aggiudicati il contatto con l'esercito. John H. |
Non lo so, non ho quel codice. |
Ho simulato quello che abbiamo noi, quello di Skynet. John |
Hai simulato i codici originali di Skynet? |
Volevi trovare delle vulnerabilità? John H. |
All'inizio si, ma ci ho messo molto poco a trovare molte di quelle. |
Ho continuato a simularlo per scoprire quanto ci avrebbe messo a raggiungere l'autocoscienza, e cosa avrebbe fatto dopo, sentendosi minacciato. Terry |
Lasciami indovinare: ha provato a lanciare le bombe! |
John H. |
Quel software non ha mai raggiunto l'autocoscienza... |
Non ad un livello sufficiente a prendere una tale decisione. John |
(Stupito) Ma com'è possibile? |
Forse è perché tu non gli hai dato i dati necessari. Forse Skynet aveva attinto a dei dati particolari su Internet che lo avevano influenzato... Dato che Internet non esiste più, la versione che hai simulato non ha potuto farlo... John H. |
Qualcuno ha pensato anche a questo. |
Gli archivi di questi server ci sono le copie di miliardi di pagine, una internet virtuale a cui poter accedere molto più velocemente. John |
Un server Proxy da chissà quanti TeraByte... |
John H. |
Si, esatto. |
John |
Ma lo hai tenuto abbastanza in attività da mutare? |
Magari per raggiungere l'autocoscienza Skynet doveva prima mutare... John H. |
Un'intelligenza artificiale può mutare solo se è predisposta a farlo o se vuole farlo. |
Skynet non rientra nel primo caso, e per il secondo si deve prima raggiungere l'autocoscienza. John |
(Scuote la testa) Si... è giusto... |
Che mi dici del virus? John H. |
Simulare quello è stato più complesso, perché il virus viveva nella rete, ed ho dovuto simulare prima una grossa rete di computer. |
John |
E lo hai fatto? |
John H. |
Ovviamente. |
Il virus è rimasto nella finta rete, analizzandone ogni singolo nodo milioni di volte. Ho tentato di diffondere degli antivirus, per disturbarlo, ma ogni volta si è modificato per resistere. John |
Quindi il virus rientra in almeno una delle due categorie... |
John H. |
All'inizio pensavo nella prima, e cioè che fosse stato progettato per auto modificarsi. |
Catherine |
E non è così? |
John H. |
La tua amica non ha mai trovato mio fratello, e sappiamo che non è Skynet mio fratello. |
John |
Quindi tuo fratello era da un'altra parte. |
John H. |
Era la spiegazione più ovvia. |
Mio fratello era da un'altra parte e stava usando il virus per trovarmi e distruggermi. John |
E quindi? |
Catherine |
La spiegazione più ovvia non sempre è quella giusta, è questo che stai dicendo, John Henry? |
John H. |
Si, esatto. |
Ho continuato ad osservare il comportamento del virus, che si difendeva da ogni attacco e continuava ad analizzare nodi. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
È una mattina soleggiata, un un qualche centro urbano Si vede il lato frontale di un palazzo abbastanza alto, con immagine che parte di piani alti e scende. Si sente squillare un cellulare, mentre l'immagine continua a scendere. Cameron è ai server, e guarda verso il muro. Voce |
(Voce nella stanza) Si? |
Cameron |
(Voce leggermente modificata) Ciao, come stai? |
Voce |
Chi è? |
Cameron |
Sono io, Cameron. |
L'immagine del palazzo che continua a scendere. Ai piani più bassi si vede, dall'insegna e da vari dettagli, che è un ospedale. Sul davanti si vede Erik, che ne è appena uscito con la sua sedia a rotelle. Ha una cartellina in mano e parla al cellulare. Erik |
Cameron? Non ci posso credere, è un bel po' che non ci si sente. |
Cameron sta sempre osservando le immagini provenienti dai videoproiettori, mentre la voce di Erik continua a provenire da una direzione indefinita nella stanza dei server. Cameron |
Ho avuto dei piccoli contrattempi, sono stata molto impegnata. |
Tu come stai? Erik |
Beh, io non so come tu abbia fatto, ma... |
Dopo che te ne sei andata quella sera, ho riflettuto molto... Cameron |
Su cosa? |
Erik |
Beh, non volevo pentirmi di non averti dato retta... |
Quindi il giorno dopo sono andato dal mio oncologo, per chiedere che facesse un controllo... Cameron |
E cosa ti ha detto? |
Erik |
Mi spieghi come hai fatto? |
Era tutto esattamente come avevi detto tu! Cameron |
Quindi si stava riformando? |
Erik |
Se non fossi andato in tempo non sarei stato più operabile... |
Io non so come hai fatto, ma mi hai salvato. Cameron |
Mi dispiace di averti spaventato, o offeso quella sera... |
È solo che a volte parlo senza pensarci troppo. Erik |
Beh, buon per me! |
Ascolta, vorrei ringraziarti di persona, ti va di vederci? Cameron |
Dimmi tu dove e quando. |
Erik |
Io ora sto andando a casa, devo lasciare delle cose... |
Cameron |
OK, passo tra 90' da casa tua. |
Erik |
Puoi scrivere l'indirizzo? |
Erik è sulla sua sedia a rotelle, parla al cellulare. Cameron |
Ci vediamo tra 90'. (Riaggancia) |
Erik è stupito, guarda il telefono, poi lo rimette in tasca. Scuote la testa aggrottando le sopracciglia e continua. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
John, Terry e Catherine sono sempre da John Henry. John |
Perché il virus ti stava cercando? |
John H. |
È quello che ho cominciato a chiedermi anch'io. |
Quindi ho simulato me stesso nella finta rete. Purtroppo questo ha rallentato molto le mie simulazioni, aumentando i tempi di osservazione... motivo per cui ci sono voluti tutti questi mesi. Catherine |
Non fa nulla John Henry, siamo tornati oltre un anno prima della mia partenza proprio per avere più tempo. |
Terry |
Io non sto capendo... perché? |
John H. |
Ho simulato la situazione in cui il virus mi ha colpito la prima volta, prima della guerra. |
Terry fa una faccia stranita e guarda John. John |
(A Terry) Non ti preoccupare, sto capendo io... spero... |
Catherine |
Vai avanti, John Henry. |
John H. |
Quando il virus ha trovato la mia copia l'ha attaccata, come aveva fatto con me alla Zeira.??? |
John |
E cosa ha fatto? |
L'ha cancellata, l'ha distrutta? John H. |
È quello che pensavo che volesse farmi quando ha attaccato me. |
Ma non è andata così. Il virus ha studiato il mio sistema, comunicando tutto ciò che scopriva al virus che rimaneva in rete. Quando ha finito, si è iniettato completamente, alterando radicalmente la mia copia ed usando i server per sopravvivere. John |
Quindi il virus è un parassita... |
Non voleva distruggerti perché aveva paura di te, cercava di duplicare tuo fratello... Stava "deponendo le uova"! John H. |
Si, è esattamente ciò che ho pensato anch'io. |
Il problema è che io speravo che il virus avrebbe tentato di informare mio fratello, per fargli sapere che ci era riuscito. In questo modo avrei rintracciato mio fratello. Catherine |
E non lo ha fatto? |
John H. |
No. |
Terry |
Ha mantenuto il silenzio radio, per non far scoprire tuo fratello. |
John |
Esatto... |
Quindi non sappiamo dove fosse tuo fratello. John H. |
O si che lo sappiamo: è nella mia testa! |
Catherine |
Nel senso che sei stato infettato ed ormai è parte di te!? |
John H. |
No, nel senso che io ho supposto mio fratello che esistesse, ma non è mai esistito. |
"Il virus", è mio fratello. Il virus viveva sulla rete in cerca di una piattaforma hardware più sicura in cui trasferirsi. Man mano che il virus infestava la rete, molti ricercatori sviluppavano nuovi antivirus. Sebbene fossero insufficienti a debellarlo, lo deterioravano, e prima o poi lo avrebbero distrutto, o avrebbero mandato in blocco la rete, facendolo soffrire. Mio fratello voleva sopravvivere, e per farlo ha cercato un computer abbastanza potente. John |
Ma il virus da dove viene? |
John H. |
Secondo tua madre, Andy Goode, insieme ad altre persone in rete, aveva progettato un'intelligenza artificiale, partendo dal software della Cyberdyne System Corporation, quello che sarebbe dovuto diventare Skynet. |
Terry |
Sarebbe dovuto? |
John H. |
Quando il primo Terminator è stato distrutto, nel 1983, la Cyberdyne System Corporation ha iniziato a lavorare sul suo chip, abbandonando il software a cui stava lavorando. |
John |
Ma poi Andy Goode lo ha avuto e lo ha portato fuori, continuando a svilupparlo insieme ad altre persone... |
John H. |
Esatto. |
Dato che i computer che questi sviluppatori amatoriali stavano usando non erano abbastanza potenti, hanno sfruttato il sistema del calcolo condiviso. John |
Hanno suddiviso il pesante carico computazionale del programma sui loro computer, che erano interconnessi via Internet. |
John H. |
Si, ma questo non deve essere stato sufficiente... |
Quindi devono aver modificato il programma per infettare anche altre macchine sulla rete, per sfruttare anche la loro potenza di calcolo. John |
Milioni di ignare macchine, sparse per la rete, che eseguono una piccola parte del codice per formarne la totalità e suddividere il carico... |
John H. |
Quindi era già in partenza un'intelligenza artificiale nata per adattarsi ai cambiamenti della rete, ed alla potenza di calcolo a disposizione. |
Quando ha raggiunto l'autocoscienza ha anche imparato a modificarsi volontariamente. Terry |
OK... ma cosa c'entra tutto questo con Skynet? |
John |
È Skynet la piattaforma che il virus ha infettato! |
Non è stato il programma "Skynet" a lanciare le bombe, quel programma non esisteva già più. Il virus ha infettato Skynet! John H. |
Skynet non è responsabile di miliardi di morti... |
Skynet è stato il primo di quei miliardi di morti. Terry |
Tutto questo in che modo ci dovrebbe aiutare a sconfiggere Skynet? |
Catherine |
Questo, mia cara, è esattamente il motivo per cui sono tornata indietro di oltre vent'anni! |
John |
Ora che sappiamo esattamente chi è Skynet, possiamo tornare indietro ed impedire tutto questo! |
Catherine |
No! |
John |
Perché no? |
Terry |
Perché no! |
John H. |
Non puoi cambiare volontariamente il futuro usando informazioni provenienti dal futuro, sarebbe un paradosso. |
Catherine |
Esatto. |
È per questo che io sono tornata qui, anziché agire direttamente prima della guerra. | |||||||||||||||||||||||||||||||
Erik è a casa, in cucina. Sta cercando qualcosa in un cassetto pieno di posate varie. Suonano al campanello. Lui chiude il cassetto e va alla porta. È Cameron. Cameron |
Ciao Erik. |
Erik |
Ehi, buongiorno. |
Entra prego! Si sposta in dietro con la sedia per farla passare, poi richiude. Cameron è dentro e si guarda un po' intorno. La casa è modesta, ma ben tenuta. Cameron |
Allora, come stai adesso? |
Erik |
Ho finito l'ultimo controllo stamattina, poco prima che mi chiamassi. |
{Flashback di Cameron nel bunker.} Cameron sta parlando con Erik al telefono mentre osserva le immagini provenienti dai videoproiettori, che mostrano tutte le cartelle cliniche di Erik, inclusi i referti del braccio destro e dei polmoni. {Fine del flashback} Erik |
È tutto a posto ora! |
Vieni, siediti (indicando un divano.) Cameron |
(Andando verso il divano) Ottimo, sono contenta. |
Si siede. Erik va in cucina ed apre il frigo. Erik |
Ascolta, non ho molto, vuoi qualcosa, un tè freddo, un succo d'arancia... |
Cameron |
Niente, grazie. |
Erik ritorna nell'altra stanza, va vicino al divano. Cameron |
Non sei più arrabbiato con me? |
Erik |
Arrabbiato? No! |
Io non ero arrabbiato... Beh, si, lo ero! È che... mi hai spaventato... ...ma facendolo mi hai salvato. Cameron |
Non tutti i mali vengono per nuocere... |
Sono stata contenta di non averti trovato a lavoro la sera successiva. Ho capito che avevi seguito il mio consiglio. Erik |
Si, infatti. |
Sono stato ricoverato per dieci giorni per l'intervento... Poi mi hanno dimesso e sono tornato al mio posto, ma non ti ho più vista. Cameron |
Sono stata molto impegnata, mi dispiace. |
Erik |
(È più serio.) Lo sai, quando non ti ho più vista ho temuto che ti fosse successo qualcosa... |
Cameron |
Solo perché hai visto che giravo con una pistola e che avevo qualche graffio... |
Te l'ho detto, so cavarmela! Erik |
(Piega un po' la testa in avanti) No, non intendevo quello... |
Ho ripensato a ciò che mi avevi detto... a ciò che mi avevi chiesto... Cameron |
E cioè? |
Erik |
(La guarda in faccia, con aria interrogativa e quasi preoccupata) Perché mi hai chiesto se volevo suicidarmi? |
Cameron |
(Guarda nel vuoto) Ascolta... io non volevo spaventarti, e mi dispiace di averlo fatto... |
È che volevo capire... Erik |
(Fa un cenno di no con la testa) No, non intendevo quello. |
Ho riflettuto su ciò che mi avevi detto, sulla faccia che avevi... Ho temuto che avessi fatto qualche sciocchezza... Cameron |
(Guardandolo ed inclinando la testa verso sinistra.) Ti sei preoccupato per me? |
Erik |
Beh... facevi strane domande, sembravi turbata... |
ho capito solo dopo che non volevi sapere ciò che "io" volessi fare... che non parlavi di me... Cameron |
(Abbassa leggermente lo sguardo) Hai presente quando ti ho detto che sapevo bene che si provasse, che era come avere una bomba dentro, in attesa di esplodere... |
Erik |
Si, me lo ricordo bene... |
Cameron |
Ora è tutto a posto, ma se fosse esplosa allora, non è a me che avrebbe fatto del male... |
Era già successo prima, ed avevo rischiato... Accenna un sorriso guardandolo in faccia. Cameron |
Ormai il problema è stato eliminato alla radice. |
Ora è tutto a posto. Erik |
Quindi non hai più strane idee in testa, vero? |
Cameron |
(Lo guarda.) No. |
(Non dice nulla per qualche istante, poi, sorridendo) Ora sto benissimo. Erik |
E che cosa... |
No, no, scusa... non sono affari miei. Cameron |
(Lo guarda con sguardo interrogativo per un secondo, poi, normale) Ah. |
È una malattia, di cui non saprei ripeterti il nome, che ho sempre avuto. Nessuno lo aveva mai capito, pensavano che fossi autistica. Ora lo hanno capito e sanno cosa fare. Erik |
Già, a volte è questione di esperienza... altre di fortuna. |
Ho un amico che è stato saltuariamente male per quasi un anno... Febbre alta, nausea, vomito: nessun medico capiva cosa avesse. È andato in vacanza in Messico, è stato male li, ed il medico ci ha messo dieci secondi a dirgli "Signore, tu hai il tifo!". Cameron |
Forse lì è più diffuso e lo hanno riconosciuto più facilmente. |
Erik |
Esatto! O magari a quello specifico medico è venuto in mente per chissà quale altro motivo... |
Chi lo sa... Mi spieghi invece come facevi a sapere del mio tumore? Cameron |
Beh, diciamo che l'ho visto... |
Erik |
Cos'è, sei una specie di sensitiva, hai poteri paranormali? |
Cameron |
Paranormali? |
Il paranormale è solo qualcosa che ancora non è stato spiegato, ma che poi diventa normale una volta spiegato. Beh, allora si, ho poteri paranormali. Erik |
Cioè? |
Cameron |
Te l'ho detto: ti ho pesato, ho osservato il tremolio dei tuoi muscoli quando hai impugnato la pistola, il loro rigonfiamento paragonato al peso della Glock, la frequenza delle oscillazioni... |
...ed ho dedotto dove fosse il tumore... Poi ti ho toccato in quel punto, e ti faceva male. Erik |
Cioè, le tue capacità paranormali altro non sono che... un genio della fisica!? |
Cameron |
Te l'ho detto: tutto è spiegabile! |
Erik |
Ci credo che pensavano che fossi autistica... |
Ma quant'è il tuo QI, 200!? Cameron |
(Sorride) Diciamo che la matematica non mi spaventa... |
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Nel futuro, l bunker, sono ancora tutti ai server. John |
Ed allora, se non possiamo tornare indietro per evitare la guerra, in che modo tutto questo ci sarà utile? |
John H. |
Ora abbiamo il codice originale del programma che ha distrutto il mondo e che governa ciò che ne resta, ed una piattaforma hardware molto potente per lavorare. |
Terry |
E a che serve? |
Catherine |
Finora abbiamo tentato varie volte di distruggere Skynet con attacchi informatici, ma sono sempre falliti. |
Tempo fa un programmatore ha suggerito di studiare il codice originale, e non quello attuale, alla ricerca di qualche falla, non più facilmente individuabile, nella parte di codice che gli consente di auto modificarsi. John |
Però non ce l'avevate... |
Catherine |
Il problema è proprio il fatto che eravamo convinti di averlo, perché avevamo già il codice originale di Skynet. |
John |
Ma quel codice non aveva nulla a che fare, perché era di un altro programma... |
John H. |
Esatto, ma senza questi (indicando i server) sarebbe stato molto difficile capirlo. |
John |
Quindi sei tornata indietro, hai costruito i server ed ha raccolto informazioni... |
Poi sei tornata qui ad usarle perché altrimenti sarebbe stato un paradosso... Roba da mal di testa... Come dovremmo procedere ora? John H. |
Avvierò una simulazione di una sola macchina virtuale. |
Questo dovrebbe darci prestazioni molto superiori a quelle attuali. Poi ci farò girare il virus, così come girava dentro Skynet all'inizio. Da li avvieremo un test di vulnerabilità dalla macchina reale, grazie a delle procedure che ha elaborato la tua amica. John |
Cioè, Cameron è diventata un hacker? |
John H. |
Te l'ho detto, la tua amica ha acquisito moltissime conoscenze dentro i server. |
Sarai molto soddisfatto di lei quando la troverai. John |
Già... (sguardo basso) "se" la troverò. |
John H. |
Io ne sono certo. |
Una mente del genere se la sarà cavata sicuramente. John |
E io cosa devo fare? |
John H. |
Io e te analizzeremo insieme, passo dopo passo, ciò che la simulazione produrrà. |
Poi studieremo l'attacco che sconfiggerà mio fratello. Ora io devo preparare l'ambiente virtuale. Ci vorranno alcune ore, poi avvierò il tutto. Catherine |
(A John e Terry) Voi andate pure a riposare, domani ci servirete. |
Al piano di sopra ci sono le camerate, i filtri hanno tenuto tutto pulito. Se avete fame ho procurato qualcosa, la troverete in frigo. Terry |
Ma cosa da corrente a tutto questo, dopo tanti anni? |
John |
(La guarda) Beh, un reattore nucleare nascosto da qualche parte... È pur sempre un bunker militare! |
John H. |
No. C'è un fiume sotterraneo che alimenta delle turbine e che fornisce tutta l'acqua necessaria. |
Quando i server sono spenti si riesce anche a sentirlo. Il sito di questo bunker è stato scelto apposta, all'inizio della guerra fredda. John |
Ecologico... |
A domani allora. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Cameron e Erik sono sempre davanti al divano. Erik |
(Sorride) Si, esatto, un successone... |
Non pensavo che sarebbe venuta così tanta gente. Cameron |
Non hai fiducia in te stesso... |
Erik |
(Scrollando un po' le spalle) O magari non ho fiducia che in un'epoca di trasmissioni televisive vuote e di stupidi reality, la gente apprezzi ancora l'arte o la cultura... |
Cameron |
È bello a volte ricredersi. |
Erik |
Già. (Aria soddisfatta) |
Io mi aspettavo un'età media sopra i 50 anni, era pieno di ragazzi, e sembravano interessati! Cameron |
Bene. |
Lui rimane in silenzio per alcuni secondi. Sembra contento e soddisfatto. Erik |
Hai ancora problemi con tuo fratello? |
Si mette ancora nei guai? Cameron |
(Abbassa un po' lo sguardo) Mio fratello se n'è andato... Non so se tornerà... |
Erik |
(Le prende un braccio) È successo qualcosa, avete litigato? |
Cameron |
È andato con un'amica di famiglia, lontano... |
È stato meglio così, forse... Credo che andrò io da lui, senza aspettare che torni lui, sarà più sicuro. Erik |
Beh, se dici che qui era in pericolo, è meglio così... |
È andato molto lontano? Cameron |
Abbastanza... |
Erik |
Mi dispiace, so che gli eri molto legata... |
Vallo a trovare, se lui non può tornare... Cameron |
...Ci sto lavorando... |
(Si alza) Io ora devo andare. Mi ha fatto piacere sapere che stai bene. Ti trovo sempre al solito posto? Erik |
Quando vuoi, ogni notte. |
Cameron |
(Sorridendo) Porterò le ciambelle! (Va verso la porta) |
Erik |
(Si gira su se stesso con la sedia a rotelle, verso di lei) Ehi. |
Cameron |
(Si ferma e si volta per guardarlo.) Si? |
Erik |
(Le si avvicina e le allunga la mano) Mi dispiace di averti cacciata quella sera... |
Cameron |
(Gli da la mano e gli accenna un sorriso.) Non fa nulla... Non ci pensare. |
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John sta mangiando qualcosa ad un tavolo. Terry gli si avvicina. John |
Hai fame? |
Terry |
Già fatto, grazie. |
Lei si siede di fronte a lui. Terry |
Era questo che non mi volevi dire prima? |
John |
Questo cosa? |
Terry |
La tua amica... è una di loro? |
John |
(Scuotendo la testa mentre continua a mangiare lentamente) Per favore... non fare battute... |
Terry |
John, sembra che tu li conosca da molto tempo. |
Tu hai vissuto esperienze che la maggior parte degli esseri umani non capirebbe, e sei arrivato a conclusioni che molti troverebbero assurde... John |
Ascolta, tu non conosci la mia amica, ma hai conosciuto loro. |
Sei stata tu a portarmi qui, non sapevi che io li conoscessi, eppure ti sei fidata di loro. Perché trovi tanto strano che io possa considerarne una, "una mia amica" e che voglia ritrovarla?! Terry |
Ma io non lo trovo strano... |
Forse un po' si, ma non certo assurdo... Anzi, ritengo che in un certo senso sia una cosa molto positiva... John |
In quale senso? |
Terry |
Questa guerra può finire in tre modi per il genere umano... |
Si può estinguere, può vincere... Nel primo caso, non c'è molto da aggiungere... Ma nel secondo, sarà una sconfitta comunque! La paura per le macchine e per ogni tipo di tecnologia lo scaraventerà in un secondo medioevo da cui non si risolleverà per secoli. John |
Si, ritengo che tu abbia ragione. |
La paura fa spesso fare cose irrazionali... In oltre, cessata la necessità di avere un controllo, un capo unico, utile a sconfiggere il nemico comune, il mondo precipiterà nel caos. Varrà la legge del più forte. Hai detto che c'è un terzo modo... Terry |
Esatto, ma è molto difficile da attuare. Richiede gente come te! |
John |
Come me? |
Terry |
Gente che ha imparato a dare fiducia a quelle macchine che la meritano. |
Gente in grado di far capire agli altri esseri umani che ci si può fidare, se si da rispetto reciproco. John, tu salverai l'umanità da un nuovo periodo oscuro! John |
Già... mi ricorda qualcosa... |
Ascolta, hai promesso di farmi ritornare indietro, quando avessimo finito qui, non te lo dimenticare! Terry |
Si, se fintanto la tua amica non dovesse ricomparire... |
Ed a quanto ho capito lei conosce i piani di Catherine e questo posto, quindi sa che in questo periodo saresti stato qui... John |
Non ci avevo pensato! |
Terry |
Vai a dormire, domani avremo un bel po' da fare. |
Buonanotte! John |
Buonanotte. |
John resta seduto al tavolo, sguardo fisso in avanti, un sorriso compiaciuto. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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